Lunedì 8 febbraio andrà in discussione per l’approvazione lo Statuto della nuova autorità regionale sui rifiuti, l’Auri.
Sin dalle prime bozze abbiamo chiesto a gran voce qui ad Orvieto, e nei molti comuni in cui vi è una qualche presenza ambientalista, di aggiungere al primo articolo in cui si declamano le finalità dell’ente il riferimento non solo alla gestione dei rifiuti ma nel porre l’obbiettivo della riduzione alla fonte, il riferimento alla legge nazionale e regionale che lo prevederebbe, con un vero e proprio pressing alle istituzioni.
Lentamente c’è stata la convergenza su questi temi, paradossalmente più dalla politica che dalle molte sigle ambientaliste, e nello statuto dell’Auri è apparso un secondo comma che inserisce il riferimento alla gerarchia nazionale dell’attività di trattamento dei rifiuti: prima ridurre, poi recuperare o riciclare materia, e solo in ultimo recuperare energia (termovalorizzatori, biogas ecc…) o conferire in discarica.
Avere una autorità che nel redigere appalti e contratti di servizio non punti solo al minor prezzo ma abbia scritto nel proprio DNA di puntare alla riduzione della produzione dei rifiuti nella nostra regione potrà fare la differenza per spezzare il circolo vizioso dell’aumento delle tariffe e delle incursioni del malaffare.
«Quella della riduzione è la via più logica è quella di ridurre progressivamente i rifiuti a monte, tutte le altre considerazioni e metodi di trattamento o gestione dei cicli vengono sempre e comunque dopo la scelta strategica di ridurne al produzione a monte e siamo orgogliosi di aver sostenuto questa iniziativa e contribuito a questo primo passo. Sappiamo che non sempre riusciremo ad ottenere risultati utili come quello odierno, che è molto di più di una formalità ma è l’aggancio legale alle buone pratiche ecologiste, sappiamo bene che altre volte prevarranno i fortissimi interessi economici che influenzano questo settore. Lo sappiamo ma, oggi, abbiamo segnato un punto e ne siamo tutti orgogliosi.» Silvio Torre
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